La notizia che un nostro caro è colpito dalla demenza di Alzheimer
può cambiare radicalmente la nostra vita per diversi aspetti.
Uno di questi è che molte volte la persona con Alzheimer è sola,
non ha nessuno accanto a sé con cui condividere le mura della propria casa; per questo motivo una delle alternative plausibili per risolvere tale mancanza è quella di accoglierlo all’interno della propria di abitazione.
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Modificare l’ambiente per renderlo adatto al proprio caro è fondamentale per un inserimento tranquillo che non gli faccia percepire il cambiamento che c’è stato, cosa che invece potrebbe destabilizzare il clima familiare che c’era prima in quella casa.
Al contrario, l’arrivo del/la nonno/a in casa propria può essere un momento di grande festa per i nipoti che, inconsapevoli dei cambiamenti che la malattia ha causato, non si rendono conto che il nonno o la nonna non sono più quelli di prima e che non potranno essere i loro amici di giochi per tutto il tempo che vogliono, soprattutto se il cambiamento è stato improvviso e i genitori non hanno avuto modo e tempo di spiegare ai propri figli cosa stesse succedendo.
Tuttavia la malattia c’è. I suoi segni non possono essere nascosti, quindi prima o poi il bambino si accorgerà che qualcosa non va. Inizierà a fare domande: “Perché il nonno non ricorda il mio nome?” “Si dimenticherà di me?” “Perché non riesce a parlare?” “Perché piange se noi gli vogliamo bene?”
A questo punto i genitori, tenendo anche in considerazione l’età del proprio figlio, dovranno prima o poi rendersi conto che è arrivato il momento di parlare con sincerità della malattia del nonno, ponendo fine ai tentativi di evitamento della situazione o di indorare “la pillola”, facendo finta che vada tutto bene.
Anche in virtù di una maggiore serenità del nuovo nucleo familiare, è fondamentale che tutti sappiano cosa sta succedendo al proprio caro, per riuscire a capire meglio cosa poter fare affinché la malattia non prenda il sopravvento sulle loro emozioni.
A tal proposito, possiamo evidenziare alcuni consigli utili ad un genitore per spiegare al proprio bambino la malattia:
1. Essere sinceri, evitando, se possibile, di raccontare bugie bianche o di “indorare la pillola”;
2. Informare il bambino ossia prepararlo su cosa il nonno potrebbe fare: dimenticare i nomi, non riconoscere persone a lui familiari, avere difficoltà a dare il giusto nome alle cose, arrabbiarsi senza un motivo evidente, avere difficoltà a fare il nonno e così via. Ciò è importante al fine di evitare che il bambino si spaventi per un gesto improvviso, o si arrabbi perché il nonno, ad esempio, non vuole fare un gioco con lui;
3. Spiegare con parole semplici ed esempi pratici la malattia, senza nascondere la realtà dei fatti al bambino. Può essere utile utilizzare un linguaggio chiaro misto ad esempi concreti del quotidiano (“Ricordi quando il nonno ti ha scambiato per ….?”), adattandolo ovviamente all’età del bambino, per facilitarne maggiormente la comprensione;
4. Rassicurarli, spiegando che il nonno non è arrabbiato con lui e che gli vuole bene come sempre, e che ha bisogno del calore e dell’aiuto della sua famiglia per stare bene e per affrontare la malattia.
5. Darsi del tempo, senza avere troppe aspettative sui figli, perché sono pur sempre bambini che hanno bisogno del giusto tempo per comprendere e metabolizzare una situazione che anche l’adulto ha difficoltà a gestire e capire.
In conclusione, è importante non tenere all’oscuro i bambini su ciò che accade ai propri nonni, soprattutto quando il cambiamento diventa sempre più evidente e sempre più limitante per svolgere, come si faceva in precedenza, il ruolo di nonni affettuosi, giocherelloni e sempre presenti! Bisogna ascoltare i bisogni del bambino, comprenderne le difficoltà di comprensione della situazione e spiegargli con trasparenza quello che sta succedendo, lasciandogli il giusto tempo per accettare e adattarsi al “nuovo” nonno.
Anche i più piccoli possono, con i loro piccoli gesti, contribuire al benessere del proprio caro malato di demenza e a quello familiare.
Bibliografia:
www.nostrofiglio.it/bambino/psicologia/come-spiegare-alzheimer-bambini
Articolo a cura della Dott.ssa Rosita Falce
laureata in Psicologia Clinica e della Salute
E-mail: rositafalce@gmail.com