Capita a tutti di guardarsi allo specchio e non sentirsi a proprio agio, di focalizzarsi su quei piccoli difetti che ci fanno sentire inadeguati e ledono la nostra autostima. Un ruolo importante legato a queste sensazioni può essere attribuito all’aumento dell’utilizzo dei social network che, entrando a far parte delle nostre vite quotidiane, hanno cambiato l’idea di bellezza e la percezione che abbiamo di noi stessi, producendo sempre più il desiderio di apparire perfetti agli occhi degli altri e ai nostri. Diversi esperti hanno spiegato come i social e l’utilizzo di filtri bellezza, di cui ci si serve per scattare i selfie, hanno contribuito a far crescere l’idea secondo cui ci si deve affidare a idee di bellezza sempre più illusorie ed irrealizzabili portando le persone a focalizzarsi sui difetti del proprio corpo e generando una vera e propria ossessione verso di essi. Quest’ultima può essere ricondotta ad un disordine mentale definito Disturbo da Disformismo corporeo. Secondo l’istituto di Terapia Cognitivo e comportamentale si è registrato un aumento pari al 2% di persone affette da tale patologia;e uno dei rischi plausibili è che si possa perdere il contatto con la realtà facendo passare come giusta l’idea secondo cui bisogna apparire sempre nella versione migliore di sé sfiorando l’ossessione patologica. Inoltre un altro dato rilevante riguarda l’incidenza che le immagini social hanno sulla popolazione mostrando che il 40% degli adolescenti e il 22% degli adulti si sente influenzato da queste nella percezione della propria immagine condizionando anchela cura del proprio aspetto fisico.

A questo proposito è stato coniato il termine "Snapchat dysmorphia” che rappresenta il desiderio delle persone di voler somigliare sempre più ai selfie scattati con l’ausilio dei filtri bellezza che modificano il viso, eliminando le imperfezioni; è stato rilevato infatti un aumento di richieste rivolte a chirurghi estetici in cui si chiede di essere sottoposti ad interventi chirurgici che modifichino i propri connotati per realizzare un’immagine fisica vicina a quella virtuale. Il fatto che siano proprio i più giovani ad avere questo desiderio dovrebbe far riflettere e innescare un campanello di allarme.
Ma, nello specifico, cos’è la dismorfofobia? È un disturbo dello spettro ossessivo-compulsivo caratterizzato principalmente da continue ossessioni su uno o più difetti del proprio aspetto fisico; per lo più questi possono essere del tutto immaginari, o, se presenti, la preoccupazione del soggetto è di gran lunga maggiore rispetto al normale.
Le lamentele riguardano generalmente difetti della faccia o della testa, come i capelli più o meno folti, l’acne, rughe, cicatrici, pallore o rossore, sudorazione, asimmetrie o sproporzioni del viso, oppure eccessiva peluria.La risposta dei soggetti a questi pensieri ossessivi,è di adottare comportamenti ripetitivi o rituali come guardarsi allo specchio, toccare continuamente la parte difettosa, ricercare rassicurazione negli altri ecc. o ci si convince di essere osservati e giudicati. Questo stato di preoccupazione continua, porta chi soffre a manifestare stati di ansia, forte stress e calo dell’umore; nei casi più gravi, i soggetti tendono a non prendere più parte alle attività sociali, isolandosi nelle proprie case. Tra gli atteggiamenti messi in atto dalle persone affette da dismorfofobia vi è il controllarsi allo specchio o ad altre superfici riflettenti, sottoporsi ad un’ eccessiva cura del proprio aspetto fisico tendendo a pettinarsi o lavarsi ripetutamente e inoltre vi è la propensione a convincere gli altri circa il proprio difetto.
Spesso la diagnosi di dismorfofobia può essere complicata poiché molti sintomi possono essere ricondotti a quelli di altre patologie come il disturbo ossessivo compulsivo, la depressione, la fobia sociale e il disturbo evitante di personalità, ma soprattutto i disturbi del comportamento alimentare. La patologia può essere però efficacemente curata con l’ausilio della psicoterapia cognitivo-comportamentale che porta ad un miglioramento dello stato di salute dei soggetti.
Per quanto i social ci rendano liberi nel manifestare idee e pensieri, ci stanno pian piano portando ad essere tutti uguali incatenandoci in canoni di bellezza lontani da quelli che ci sono stati fino ad ora, ma soprattutto si sta perdendo la bellezza della diversità e la sensazione di sentirsi perfetti con i propri difetti.
APPROFONDIMENTI
https://www.elle.com/it/bellezza-beauty/a27527300/canoni-bellezza-social-media-dismorfismo-corporeo/
https://www.ipsico.it/sintomi-cura/dismorfofobia/
https://www.harmoniamentis.it/enciclopedia/la-diagnosi-di-dismorfofobia-secondo-il-dsm-5/
Martina Forestieri
Laureata in Scienze e Tecniche Psicologiche