
“L'Alzheimer non fa sconti, ti mette a nudo l'anima
e spogliandoti di tuttosveste anche il cuore”
(Lorenzo Licalzi)
La sfera della sessualità è un aspetto importante nella vita delle persone adulte, nelle persone anziane e anche nelle persone con demenza. Il tema delle demenze legato alla sessualitàviene spesso trascurato. La nostra società, in primis, tende a negare la sessualità negli anziani e/o nei soggetti malati, intendendoli infatti come soggetti asessuati e, di conseguenza, i desideri ed i bisogni all’interno di una relazione sono considerati come un qualcosa destinato a scomparire con l’avanzare dell’età.
Nelle persone con demenza la sessualità viene espressa con comportamenti impropri;sebbene questi comportamentinon siano particolarmente frequentiin queste persone, le conseguenze sono però piuttosto pesanti per chi li assiste.
Esempi di comportamenti sessuali impropri sono: forme di aggressione sessuale nei confronti di familiari o operatori, masturbazione o esposizione dei genitali in pubblico, comportamenti che generano preoccupazione,imbarazzo e difficoltà per chi si prende cura di queste persone nonostante il soggetto malato sia inconsapevole che il suo comportamento sia sconveniente o sgradito. Dunque, questi comportamenti sono la conseguenza di un danno cerebrale nell’area frontale del cervello, responsabile delle funzioni di controllo e inibizione oppure un modo alternativo di comunicare un sentimento che trova difficoltà ad esprimersi in un corretto eloquio verbale (Liscio & Cavallo, 2001; Battisti & al., 2002).
È importante sottolineare che questi comportamenti sono indipendenti dal tipo di relazione affettiva che il soggetto sta vivendo. Pertanto, è importante per i caregiver capire in che modo gestire queste situazioni imbarazzanti e quindi imparare a dominare le proprie emozioni e impedire al malato di offendere o sconvolgere gli altri dato che molte persone potrebbero offendersi senza capire che tutto ciò è dovuto dalla malattia.
Di seguito elencherò alcuni suggerimenti per affrontare queste situazioni:
· È importante non mostrare imbarazzo o collera di fronte a un comportamento improprio bensì reagire con calma e pazienzasoprattutto nel momento in cui il soggetto malato è ignaro di cosa sia socialmente accettabile da ciò che non lo sia;
· Come specificato sopra, un comportamento molesto da parte del soggetto malato può avere in realtà un significato del tutto innocente. Può essere ad esempio un modo di comunicare un bisogno. È importante non agitarsiper tale comportamento bensì è importante capire qual è il reale bisogno del soggetto malato. Per esempio, toccare con le dita i propri genitali, potrebbe rappresentare il tentativo del malato di liberarsi degli indumenti per andare in bagno;ciò potrebbe essere la ragione per cui una donna si solleva la gonna o un uomo si sbottona i pantaloni. Altre volte, togliersi gli indumenti è considerato una forma intollerabile di esibizionismo quando in realtà, il malato potrebbe avere semplicemente caldo e cerca quindi di spogliarsi, così come toccarsi può riflettere un bisogno di sicurezza, intimità e contatto umano;
· Provare a distrarre il soggetto malato coinvolgendolo in un’altra attività, distraendolo dalle sue intenzioni e attirando la sua attenzione.
Qualora lo stato di disagio risultasse tanto grande da essere non sopportabile dal punto di vista emotivo del caregiver,parlare, confrontarsi e condividere il problema con chi ha vissuto osta vivendo le medesime difficoltà o con un esperto può aiutare a placare l’imbarazzo, a non sentirsi soli ed a trovare nuove idee di intervento (Cayton& al., 2003).
Fonti
· Angeli, F., 2016 - Demenza e comportamento sessuale, Rivista di sessuologia clinica., Società italiana di sessuologia scientifica
· Battistin, L., Zaccara,G., Spina, E. & Torta, R., 2002 – La terapia antipsicotica nel paziente neurogeriatrico. – Giornale di Neuropsicofarmacologia, Anno XXIV, 1: 3-13.
· Cayton, H., Clausen, R., Croy, A., Gasperi, L., Georges, J., Goettshalckx, C., Gove, D., Meulenbergs, L., Occhetti, R., Pennecchi, P., Presti, M., Salvini Porro, G., &Selmes, J., 2003 – Manuale per prendersi cura del malato di Alzheimer. – Alzheimer Europe, Alzheimer Italia (a cura di), Rotolito Lombarda
· Liscio, M., & Cavallo, M.C., 2000 – La malattia di Alzheimer: dall’epistemologia alla comunicazione non verbale. – McGraw-Hill, Milano.
Articolo a cura della Dott.ssa Perla Angilletta, Laureata in Psicologia dei Gruppi, delle Comunità e delle Organizzazioni
perlaangilletta@gmail.com