
“L’uomo potrà ritrovare l’armonia con la natura, solo quando rinuncerà all’idea della sua presunta superiorità sul mondo naturale”
(Levi Strauss)
Negli Usa, già da più di un decennio, si è dato il via al così detto “ristorative garden”, ossia la progettazione di cliniche e ospedali caratterizzati esternamente da viste panoramiche ricche di vegetazione, aventi finalità terapeutiche-rigenerative.
Anche in Italia si è data ampia importanza a questo tipo di luoghi, tant’è che si stanno diffondendo maggiormente nelle residenze per anziani. Quest’ ultimi prendono il nome di “healinggardens”, ossia giardini curativi, con lo scopo di offrire all’anziano l’ equilibrio psico-fisico di cui necessita.
Un esempio eclatante è “il giardino d’inverno” situato nella residenza socio assistenziale “il trifoglio” di Torino. L’ anziano pur trovandosi in un ambiente chiuso, ha la sensazione di trovarsi in un “patio”.
Gli scopi principali di un giardino terapeutico sono i seguenti:
-Riabilitazione motoria;
-Stimolazione della percezione sensoriale;
-Superamento degli stati d’ansia strettamente connessi alla “sindrome del tramonto”, ossia, quello stato di agitazione che si verifica al calar del sole;
-Riattivazione della memoria attraverso l’utilizzo di piante e fiori profumati;
-Riduzione significativa del quantitativo di farmaci.
I giardini terapeutici, quindi, mirano a migliorare la qualità di vita dell’anziano affetto da demenza, di conseguenza diminuirà lo stress e la depressione connesse non soltanto alla malattia stessa, ma anche alla permanenza prolungata all’interno di un contesto ospedaliero, chiuso ai rapporti sociali e che mira solo alla cura fisica del paziente.
Le strutture sanitarie, solitamente, aumentano il senso di disagio diminuendo, così, la possibilità di controllare l’ambiente. In questa condizione di vulnerabilità, gli anziani tendono a percepire maggiormente messaggi negativi intorno a loro. Il giardino terapeutico aiuta l’anziano affetto da demenza a convivere con la malattia e all’ interno di esso si possono svolgere numerose attività come: giardinaggio, attività motoria con personale qualificato, stendere la biancheria, camminare nel verde, oppure semplicemente osservare il verde.
Tutto ciò ha effetti positivi sull’uomo, soprattutto il praticare il giardinaggio, che, in psicologia prende il nome di “ortoterapia”: il contatto con la terra, l’osservazione di forme e colori delle piante, l’odore che emanano i fiori, trasmettono uno stato di tranquillità all’interno del così detto “giardino sensoriale”. La natura infatti manda dei messaggi positivi aventi un effetto calmante sul sistema neurovegetativo. Per cui, attraverso la stimolazione sensoriale, caratterizzata da sensazioni tattili, olfattive e visive, si possono avere effetti terapeutici non indifferenti.
Fonti:
-https://www.ottimasenior.it/varie/verde-terapeutico-nella-demenza/
-https://spezzalindifferenza.it/giardini-terapeutici-per-persone-affette-da-demenza/
-http://www.healingardens.it/
Articolo a cura della Dott.ssa Karola Dell’Elce, laureata in Psicologia Cognitiva, dellelcekarola@gmail.com