
“Sopra letti di gomma, sulle sedie in corallo
Sotto il cielo d'inverno, nelle piste da ballo
Non ho ancora capito qual è il posto migliore per me.
Dietro i banchi di scuola, quando hai fatto un errore
Dentro il traffico spinto, quando giochi a pallone
Per la legge di Murphy sono tutti migliori di te.”
Cimini
È la fragrante e deliziosa fetta biscottata, che quando stai per addentare assonnato la mattina, cade per terra dal verso della marmellata; è vedere passare sotto gli occhi l’autobus appena ci si allontana dalla fermata dopo averlo bramato e aspettato interminabilmente; è prendere l’onda rossa del semaforo nel traffico del week-end dopo una giornata di lavoro; è quella chiave che cade dalle mani e va a finire nel posto più impervio e improponibile per andarla a recuperare. Ma questo, in fondo, accade a tutti, no? È la legge di Murphy. Ma in realtà siamo noi, noi con le nostre infinite sfighe. La legge di Murphy forse incarna concettualmente la tipica giustificazione ai nostri obiettivi mancati, ai nostri amori illusori, alle nostre sconfitte per la cosiddetta e meglio conosciuta “profezia che si auto-avvera”.
Alzi la mano chi non abbia mai sentito parlare di questa semplice e disarmante legge:
“Se qualcosa può andar male, lo farà.”
Ma questa è solo la prima legge della murphologia, l’assioma per eccellenza,da cui in seguito nasceranno nove sarcastici corollari declinati per spiegare catastrofici eventi quotidiani in cui regna sovrana la sfiga, dalla quale, ahimè, nessuno può aver scampo.
Dunque, qual è l’origine di questo binomio black humour-statistico? Ma, soprattutto, chi è Murphy?
La legge di Murphy ha inizio nel 1949 durante gli esperimenti sugli effetti della rapida decelerazione sui piloti dell'aeronautica statunitense. I volontari venivano legati a una slitta con propulsione a razzo, e nel momento in cui la slitta veniva interrotta bruscamente venivano monitorate le condizioni dei volontari attraverso sedici elettrodi montati sulle loro imbracature, progettate dall’ingegnere Edward Aloysius Murphy.
Ora, veniamo al punto della situazione. Questi elettrodi potevano essere montati in due modi: uno giusto e uno sbagliato. E metodicamente i tecnici imputati al montaggio di questi sensori li montavano tutti e sedici in modo sbagliato. Così, il simpatico Signor Murphy quando ha scoperto che ognuno dei suoi elettrodi era stato cablato erroneamente, nel report dell’esperimento ha dichiarato: "Se ci sono due o più modi di fare una cosa, e uno di questi modi può condurre a una catastrofe, allora qualcuno la farà in quel modo". È da quest’annotazione dal sapore agrodolce, che un autore umoristico americano, Arthur Bloch, qualche decennio dopo farà discendere un intero complesso di leggi beffarde e caricaturali sulla realtà, scritte in tre libri, che costituiscono la pietra angolare di un nuovo pessimismo, tanto ironico quanto veritiero.
L'assioma ironico e paradossale di Murphy sintetizza in sé un fatto statistico-matematico già conosciuto: per quanto sia poco probabile che accada un certo evento, per la legge dei grandi numeri, in un numero elevato di occasioni tendenti all'infinito, questo molto probabilmente si verificherà. Anche la teoria della probabilità afferma che anche se un evento è improbabile non vuol dire che esso non possa verificarsi nei primi tentativi o che non possa ripetersi a distanza di breve tempo.
Nel 2004 un team di scienziati composto da David Lewis,psicologo, Keelan Leyser, economista e dal matematico Philip Obadya ha ideato un’equazione riconoscendo la validità di questa legge.
Lo psicologo Lewis consiglia che se non si possiedono le abilità per fare qualcosa è meglio lasciar perdere o quanto meno trovare un modo più semplice per farla, altrimenti gli effetti della legge di Murphy potrebbero incombere in modo catastrofico. Tradotto in termini pratici, è molto probabile rovesciarsi un drink sulla nuova t-shirt indossata per un appuntamento perché si è nervosi e non ci si concentra sull'atto del bere. O ancora, quando si invia un'e-mail molto importante, l'ansia può portarci a premere un maledetto tasto per un altro, bloccando il pc o cancellando i dati.
In conclusione, possiamo affermare che la legge di Murphy è la sfiga che ci perseguita continuamente.
Fonti:
https://medialab.sissa.it/scienzaEsperienza/notizia/2004/ott/Uesp041015n005/index.html
https://www.raicultura.it/scienza/articoli/2019/06/La-legge-di-Murphy-2b4b1123-8ac7-4acd-985e-2a9ef282ff17.html
https://it.wikipedia.org/wiki/Legge_di_Murphy
Alessio Balbi (Repubblica, 2004). “La legge di Murphy esiste: Un'equazione lo dimostra”https://www.repubblica.it/2004/j/sezioni/scienza_e_tecnologia/murphy/murphy/murphy.html
Robert A. J. Matthews (1997). The Scienceof Murphy’s Law - Life’s little annoyances are not as randomas they seem: the awful truth is thatthe universe is against you. Scientific American, Vol. 276, n°4, 88-91.
Articolo a cura della Dott.ssa Trapasso Maria
Laureata in Psicologia Clinica e della Salute
maria.trapasso96@gmail.com