Così come laviamo il nostro corpo
dovremmo lavare il destino,
cambiare vita come cambiamo biancheria:
non per provvedere al sostentamento della nostra vita,
come col cibo e col sonno,
ma per quell’estraneo rispetto per noi stessi che giustamente si chiama pulizia.
(Fernando Pessoa)
La nuova stagione è ormai alle porte, e tu , si tu, sei pronto alle “pulizie di primavera”? Sai da dove proviene questo modo di dire? Esso proviene da un’usanza ebraica collegata alla “Pesach”(Pasqua), usanza che si ripete da millenni con lo scopo “liberarsi” dal superfluo,residuo,superficiale,indesiderato per allontanare da sé (tanto metaforicamente quanto praticamente) le negatività e far posto al cambiamento.
In psicologia l’ossessione per il pulito viene catalogata come una ansia acuta e diffusa alla cui base si nasconde il bisogno di controllo e un desiderio di far pulizia (soprattutto mentale) e si manifesta banalmente con un bisogno incontrollabile di controllo su ciò che ci circonda. Di norma rappresenta una strategia inconscia di tenere a bada le emozioni, di tenere sotto controllo le insicurezze.Grazie alla messa in atto di rituali nella gestione del quotidiano si prova a mantenere in equilibrio le proprie emozioni e bisogni .
Il prezzo che si è disposti a pagare risulta ,però, sproporzionato; ci si nega la “libertà” di lasciarsi andare tanto alle emozioni , tanto ai cambiamenti.Paradossalmente, più ci si forza nell’eliminare il disordine , più dentro di noi si fa posto al “caos”. Come in quasi tutto nella vita , affrontare e accogliere, in questo caso specifico l’ansia, ci permette di ridimensionare e di dominare .
Ad esempio, se ci si accorge di avere reazioni esagitate davanti ad un nonnulla , probabilmente stiamo incamerando una dose eccessiva di aggressività , o se ci accorgiamo di distrarci con molta facilità , forse, abbiamo riempito le nostre giornate di attività che non ci interessano per davvero , o se ci accorgiamo di soffrire di diversi sintomi fisici , anche se blandi.
In questo le “pulizie”, paradossalmente, possono venirci in aiuto. Nella Mindfulness esse possono rappresentare un esercizio di “attenzione Cosciente” . Utile è trasformarle in un avvenimento positivo , in un esercizio che ci aiuta ad alleviare lo stress. Importante è permettersi di concepire la pratica delle pulizie come un momento rilassante e meditativo. Può essere inquadrata, infatti, come una pratica catartica che ci permette di disfarci del superfluo per permetterci di far posto tanto al nuovo , tanto a ciò che è davvero importante. Inoltre, come non ricordarsi che , vivere in un ambiente ordinato influisce positivamente sul proprio benessere mentale . Nello svolgere tale attività la mente si concentra sul “qui e ora” . Questo ci rende più fluido e semplice concederci il lusso di viverci il presente. Preferibile sarebbe concedersi il lusso di “Pulire” circondati da calma e di riordinare il nostro ambiente prima di coricarsi. Fondamentale è concentrarsi su ciò che si sta facendo , non farlo senza uno scopo e permettersi di gioirne del risultato . Tale eserciziotrae spunto da diverse pratiche risalenti a culture tanto lontane dalla nostra , come quella orientale e buddista. In queste , infatti, è proprio tramite l’arte del riordino, tanto interiore tanto quanto quello dell’ambiente che ci circonda, che si punta al raggiungimento del “nirvana” meglio conosciuto come “pace interiore”.
Bibliografia:
https://www.riza.it/psicologia/ansia/2434/cosa-nasconde-l-ansia-di-aver-sempre-tutto-pulito-e-in-ordine.html
https://blog.erremme.it/pulizie-di-primavera-origini-e-tradizioni#:~:text=Ma%20da%20dove%20deriva%20il,aspetto%20pratico%20a%20quello%20spirituale.
https://lamenteemeravigliosa.it/pulizie-domestiche-terapia-portata/
Articolo a cura della Dott.ssa Zampetti Teresa
Laureata in Psicologia Clinica e della Salute
zampettiteresa@gmail.com