
Che stagione, l’adolescenza. Senti di poter esser tutto e ancora non sei nulla e proprio questa è la ragione della tua onnipotenza mentale. Non hai confini, l’immaginazione può spaziare ovunque.
(Eugenio Scalfari)
La vita di ogni essere umano viene scandita da alcune tappe, più o meno obbligate e dettate dall’età; da periodi limitati e ben definiti che possono essere tra i ricordi migliori o a volte peggiori della vita. Una di queste tappe è l’adolescenza: l’età di mezzo in cui ci si può sentire invincibili ed impavidi ma a volte anche molto fragili e distruttibili. Questa fase è caratterizzata da una serie di conflitti e di ricerche interiori che permettono di affermare la consapevolezza di sé e del mondo esterno, del rapporto con gli altri, inclusa la rete sociale vicina, ma anche quella che potremmo definire come rete più globale. È quindi una fase di vita molto delicata in cui è necessario acquisire ed utilizzare conoscenze, da poter sfruttare come strumenti per superare compiti e sfide future.
Vi sono, però, casi in cui, risulta necessario introdurre un maggior numero di risorse e strumenti per vivere al meglio tale fase, come potrebbe essere nel caso degli adolescenti con disabilità motorie.
Questa condizione mette alla prova i soggetti, oltre che dal punto di vista fisico, anche da quello psicologico.La disabilità motoria può comportare una notevole difficoltànel camminare o muoversi, a volte si è totalmente impossibilitati e costretti alla sedia a rotelle o si ha necessità di deambulatori o supporti che facilitino i movimenti; la disabilità può essere congenita come nel caso delle paralisi cerebrali o delle encefalopatie, o acquisita, ad esempio legata ad una lesione del midollo spinale; nei casi in cui la disabilità non permette di compiere alcun movimento, si diviene dipendenti dall’altro, minando il processo di autonomia.
Vivere una disabilità motoria nel periodo dell’adolescenza ha in un certo senso un peso maggiore, in quanto, già l’adolescenza in sé, è caratterizzata da cambiamenti nel corpo che possono destabilizzare psicologicamente chi si trova ad attraversare questa fase di vita e possono quindi accentuare ulteriormente le differenze tra i giovani con disabilità e non.Inoltre, in questa fase è centrale il concetto di indipendenza e autonomia in relazioneal rapporto con igenitori; infatti, si cerca di distaccarsi dal proprio nucleo di appartenenza, cercando la libertà e l’affermazione del proprio sé.
Vivere una disabilità durante il periodo dell’adolescenza può generare, quindi, non pochi conflitti con gli altri e con sé stessi; infatti, oltre ad essere più facilmente bersaglio di atti di bullismo, chi vive una disabilità può sperimentare l’esclusione dal gruppo dettata oltre che dall’impossibilità fisica anche, molte volte, dall’inadeguatezza delle struttureche permettono la socializzazione, come possono essere palestre, cinema, luoghi di incontro per i giovani o mezzi di trasporto.
Sarebbe di estrema importanza, stimolare il supporto all’autonomia nell’adolescente a partire dall’abbattimento delle barriere architettoniche nei luoghi pubblici en nelle città che, dovrebbero attrezzarsi in maniera idonea, eliminando i limiti strutturali che impediscono lo svolgimento e la partecipazione degli adolescenti con disabilità alle attività adeguate alla loro età.
Bibliografia:
https://www.humanitas.it/news/disabilita-e-adolescenza-il-ruolo-dello-psicologo/
https://www.sociologiaonweb.it/quando-ladolescente-e-anche-disabile/
https://spiegato.com/cosa-sono-le-disabilita-motorie
Articolo a cura della dott.a Martina Forestieri
Laureata in Neuroscienze cognitive
Martina.forestieri@outlook.it