
Maurice Ravel (1875-1937) è stato un compositore, pianista e direttore d'orchestra francese, nacque nella città basca di Ciboure, in Francia, al confine con la Spagna. Suo padre, Pierre-Joseph Ravel, era un ingegnere colto e di successo. Sua madre, Marie, era di origini basche ma cresciuta a Madrid.
Ravel è stato uno dei compositori più apprezzati del suo tempo, autore del Bolero e di molte altre composizioni come il concerto per pianoforte in re maggiore per la mano sinistra, commissionato dal pianista austriaco Paul Wittgenstein, che aveva perso il braccio destro durante la guerra.
L'ultima composizione che Ravel completò negli anni '20, Bolero, divenne la sua più famosa. Gli fu commissionato una partitura per la compagnia di balletto di Ida Rubinstein e, decise di fare un esperimento producendo un pezzo della durata di diciassette minuti e composto interamente di tessuto orchestrale senza musica. Il Bolero contiene di fatto solo due temi, ognuno ripetuto 30 volte, ma ha anche 25 diverse combinazioni di suoni.
Nell'ottobre del 1932 Ravel subì un colpo alla testa in un incidente di taxi. La lesione non fu ritenuta grave all'epoca, ma in uno studio condotto per il British Medical Journal nel 1988 concluse che potrebbe aver esacerbato una condizione cerebrale esistente.
Le difficoltà di Ravel iniziarono nel 1927, dieci anni prima della sua morte, quando iniziò a commettere errori ai concerti, perdendo il posto mentre suonava o saltando da una parte della musica a quella sbagliata. Nel giro di un anno dall'incidente iniziò a sperimentare sintomi che suggerivano un'afasia. Ben presto le sue condizioni iniziarono a peggiorare perdendo anche l’abilità nello scrivere (agrafia), leggere (alessia) o eseguire movimenti o compiti complessi diretti dal cervello (aprassia). Al contrario, la memoria, il giudizio e la capacità di valutare l'arte o provare emozioni sono rimasti intatti, sebbene sempre più difficili da esprimere verbalmente.
Prima dell'incidente aveva iniziato a lavorare alla musica per un film, Don Chisciotte (1933), ma non riuscì a rispettare il programma di produzione e fu Jacques Ibert a portarlo al termine . Ravel completò tre canzoni per il film che furono pubblicate come Don Quichotte à Dulcinée. La partitura fu scritta a mano da Ravel, aiutato da Lucien Garban e Manuel Rosenthal. Ravel non compose più nulla dopo questo. L'esatta natura della sua malattia non è nota; gli esperti hanno escluso la possibilità di un tumore e hanno suggerito in vario modo demenza frontotemporale, malattia di Alzheimer e malattia di Creutzfeldt-Jakob.
Durante la sua malattia fu curato dal famoso neurologo Théophile Alajouanine, che in seguito pubblicò un rapporto dettagliato sul decorso della sua malattia. Diversi neurochirurghi sono stati contattati ma pensavano che avesse una malattia degenerativa e non hanno raccomandato il trattamento chirurgico. Alla fine, Clovis Vincent, un noto neurochirurgo di Parigi, operò per escludere il tumore, ma non trovò alcuna anomalia significativa. Ci fu un miglioramento di breve durata, ma alla fine di dicembre 1937 Maurice Ravel cadde in coma e morì, all’età di 62 anni.
E’ sorprendente, quasi magica questa relazione che si viene a creare tra malattie cognitive o disturbi mentali e l’arte. Ne sono esempio Vincent van Gogh ed Edward Munch nel campo della pittura, Charles Baudelaire, Dino Campana ed Alda Merini nel campo della scrittura. Ed anche il meraviglioso brano “il Bolero” di Ravel, si sostiene sia stato sviluppano agli inizi della patologia, dimostrato dalla ripetitività ritmica dei temi del brano. L’arte, nelle sue varie forme svolge un ruolo trasformativo e conservativo in contemporanea, agendo sulla componente emotiva e donandoci opere straordinarie che ci permettono di esplorare il mondo interno di ognuno di noi, che muta in una narrazione corale: la vita.
Articolo a cura di Pasquale Iannotta
Laureando in Terapia Occupazionale
Pasquale.iannotta@studenti.unich.it