
Il disturbo da alimentazione incontrollata sembra essere, tra i disturbi del comportamento alimentare, quello che si riscontra con più frequenza, ma anche quello che ha maggiori possibilità di cura.
In direzione di un percorso terapeutico, però, è importante:
- considerare la possibilità di intervento a livello ambulatoriale: molto spesso il ricovero ospedaliero può rivelarsi controproducente e contribuisce a limitare la condotta di alimentazione incontrollata semplicemente perché ai pazienti è negato l’accesso al cibo o perché i momenti di crisi, normalmente regolati mediante le abbuffate, sono limitati.
- Valutare la possibilità di affidarsi a una terapia psiconutrizionale interdisciplinare: si tratta di un percorso a cavallo tra la psicologia e la scienza nutrizionale che affronta i comportamenti disadattivi rispetto alla nutrizione e i pensieri disfunzionali che li alimentano.
- Essere pronti a lavorare sulla regolazione emotiva: il ricorso alle abbuffate è spesso utile a ottenere una gratificazione temporanea e migliorare l’umore. Nel corso del trattamento, sarà necessario imparare a lavorare sulla regolazione dei processi emotivi, per riconoscerli, distinguerli e modularne l’intensità senza ricorrere a strumenti esterni.
Bibliografia:
Articolo a cura della Dott.a Sabrina Di Pumpo
Laureata in Psicologia Clinica e della Salute
sabrina.dipumpo@libero.it