
Negli ultimi decenni, ci sono stati notevoli progressi compiuti dalle neuroscienze e dalla medicina nell’ambito delle demenze, ma, nonostante ciò, le attuali terapie farmacologiche a disposizione offrono risultati solo parzialmente positivi. Diversi studi hanno dimostrato maggiori beneficia livello cognitivo quando il trattamento farmacologico viene associato ad un trattamento psicosociale.
Perterapie psicosociali si intendono tutti quegli interventi fondati su terapie non farmacologiche, come la musicoterapia e la terapia occupazionale. Si tratta, dunque, di interventi volti alla cura della persona nella sua interezza, più che alla cura della malattia in sé. Ad oggi, la terapia psicosociale più raccomandata dalla letteratura, in ambito di Demenze,è la Terapia di Stimolazione Cognitiva. La stimolazione cognitiva è ad oggi un vero e proprio intervento non farmacologico. che mira a rallentare il decorso progressivo della malattia e/o a prevenirlo.
La Terapia di Stimolazione Cognitiva: cos’è e quali sono i benefici?
La stimolazione cognitiva è un tipo di terapia che mira a rallentare il decorso progressivo della malattia e/o a prevenirlo e risulta utileed efficace non solo per recuperare i deficit (riabilitazione cognitiva) ingenerati da accidenti cerebrovascolari o traumi cranici, oppure da malattie cerebrali croniche progressive (neoplastiche o degenerative) ma anche per prevenire il decadimento delle funzioni cognitive (attivazione cognitiva).
La stimolazione cognitiva è l’insieme delle attività che hanno l’obiettivo di stimolare e mantenere vive le capacità mentali di una persona, in modo che questa possa essere il più autonoma possibile e avere una migliore qualità di vita.
Gli obiettividella terapia di stimolazione cognitiva sono:
- Raggiungere il miglior livello funzionale possibile
- Mantenere le risorse e rallentare il decadimento cognitivo
- Contrastare la tendenza all’isolamento nel contesto familiare e sociale
- Conteneree migliorare la gestione dei disturbi comportamentali da parte dei caregiver
- Aiutare i familiari nell’accettazione e nella comprensione della malattia
- Ridurre lo stressassistenziale
- Ritardare l’istituzionalizzazione
- Tale intervento, quindi, non ha lo scopo di arrestare la malattia ma si prefigge di sollecitare le potenzialità residue della persona per rallentarne il decadimento e ottenere effetti positivi sul benessere quotidiano.
In particolare, nella demenza, l’applicazione di procedure di riabilitazione cognitiva si fonda sull’idea che il deficit di demenza abbia carattere modulare, cioè ci sono abilità cognitive conservate, oltre che abilità deficitarie. Di conseguenza, la stimolazione cognitiva permette di esercitare le abilità cognitive che la malattia ha al momento risparmiato. Lo scopo ultimo è quello di contrastare il declino cognitivo e di favorire i meccanismi di compensazione.
Esistono due tipi di stimolazione cognitiva: specifica e aspecifica
- Tecniche di stimolazione cognitiva specifica comprendono esercizi e prove per la stimolazione di:attenzione, memoria,linguaggio,logica, funzioni esecutive e orientamento spazio-temporale.
- Tecniche di stimolazione cognitiva aspecifica comprendono attivitàpittoriche, plastiche, musicali, sportive, e ludiche (es. giochi da tavola) per stimolare l’attività mentale della persona in maniera più creativa e più leggera, trasformando in giochi gli esercizi cognitivi, allo scopo di renderli più piacevoli e gratificanti per l’utente.
È possibile beneficiare della stimolazione cognitiva sia con sedute di gruppo all’interno di strutture come centri diurni, sia con sedute individuali a domicilio.
In conclusione, la stimolazione cognitiva è un trattamento psicosociale diffuso a livello mondiale, comprovato a livello scientifico che, promuove i principi di cura centrati sull’individuo in quanto individuo, piuttosto che sulla malattia.
Bibliografia
Aimee S., Martin O., Bob W., (2010), Cognitive Stimulation Therapy (CST): effects on different areas of cognitive function for people with dementia, International Journal of Geriatric Psychiatry.
Mazzucchi A., (2006), La riabilitazione neuropsicologica, Milano, Ed. Masson.
Sasmita A.O., Kuruvilla J., Pick Kiong Ling A., (2008), Harnessing neuroplasticity: modern approaches and clinical future, in International Journal of Neuroscience, Vol. 128, Issue 11, pp 1061-1077.
Articolo a cura della Dott.a Angela Grisolia
Laureata in Neuroscienze Cognitive
email: angelagrisolia98@gmail.com