"Possiamo avere tutti i mezzi di comunicazione del mondo, ma niente, assolutamente niente, sostituisce lo sguardo dell'essere umano. Anche quando un amico fa qualcosa che non ti piace, egli continua a essere un tuo amico. Qualunque azione motivata dal furore è un'azione condannata al fallimento." - Paul Coelho -
Tutti gli sguardi trasmettono sentimenti, che siano poco o molto espressivi. Portano con se un mare di emozioni. Eppure non è facile osservare uno sguardo; quando si riesce a farlo si può essere in grado di scoprire il mondo emotivo dell’altra persona. Prima di osservare e conoscere l’altro è importante guardare dentro sé stessi. Il nostro mondo interiore è poco conosciuto, soprattutto da noi stessi; guardarsi dentro è un atto di coraggio. La cosa più vantaggiosa è guardare fuori, quando le cose non vanno per il verso giusto tendiamo ad attribuire la colpa a quel qualcosa fuori di noi.
E tutto questo, in poche parole, ci porta a non amarci; a lasciar decidere agli altri chi siamo e chi vogliamo essere. Esplorare noi stessi è un viaggio, è un’esperienza, scoprire chi siamo, quali emozioni sentiamo, cosa ci piace e cosa non ci piace.
Guardarsi dentro è importante?
Fermarci a pensare alle nostre amozioni, spesso ci fa paura; e così scegliamo di restare imprigionati nei mille impegni quotidiani, preferiamo distrarci. Ma la piena realizzazione di noi ha inizio proprio da questo. La prima cosa da fare è decidere cosa si desidera per la propria vita, pensando a sé e non a quello che pensano e vogliono per noi gli altri; imparare a rispettarsi, a dire anche no quando è necessario. Chiedersi quali sono le proprie debolezze, e come trasformarle in forza; per questo bisogna accettare ogni parte di sé, da quella più forte al punto più debole.
Cosa dice la psicologia a riguardo?
La psicologia aiuta soprattutto a vivere meglio, conoscersi per avere la possibilità di modificarsi; quando non ci si conosce si diventa qualcuno che non ha il controllo di sé, e con questo si arriva ad assumere un atteggiamento pessimista.
Riporto una riflessione di Erich Fromm:
“Solo la persona che ha fiducia in se stessa può fidarsi degli altri.”
Psicologo psicoanalitico, parla dell’importanza di coltivare noi stessi, incoraggia a guardarsi dentro, a capire che le nostre reazioni non sono mediate da eventi esterni ma dai nostri stati emotivi. E’ un cambiamento di prospettiva che quando viene compreso, permette di assumersi le proprie responsabilità senza incolpare gli altri. E così avviene il vero cambiamento interno.
Già ai tempi di Platone, gli antichi greci avevano intuito che in ogni individuo c’era qualcosa di unico; ogni essere umano ha un’anima. Come Platone anche molti altri illustri pensatori, Rousseau, Einstein, Newton ritenevano fondamentale conoscersi, guardare dentro di sé per raggiungere la pace interiore.
Ci sono dei benefici nell’imparare a conoscere sè stessi?
Il conoscere sè stessi aiuta a migliorare la propria autostima, ad instaurare relazioni personali e sociali, avere la capacità di prendere decisioni fondamentali per la propria vita, avere le potenzialità per individuare i motivi alla base di un malessere interno, essere consapevoli dei propri stati d’animo, di come le emozioni influenzano i nostri pensieri, dei nostri punti di forza e debolezza, dei propri stati d’animo, di come l’ambiente circostante ci può influenzare. Tutto ciò vuol dire diventare dei buoni osservatori di sé stessi.
Come in un suo pensiero Jung scriveva:
"Chi guarda fuori sogna, chi guarda dentro si sveglia"
Cosa possiamo chiedere a noi stessi… Quale scopo abbiamo nella nostra vita? Quali priorità abbiamo? Quali sono le caratteristiche che vogliamo sviluppare? Siamo in grado di riconoscere le nostre reazioni emotive? Su cosa dobbiamo ancora migliorare? Che cosa ci piace fare o non fare?
Riporto un pezzo del libro di E. Tolle “Il potere di adesso”, ci porta a comprendere come spesso alcune nostre qualità restano inesplorate perché tendiamo a non guardare dentro di noi.
"Un mendicante se ne stava seduto sul ciglio di una strada da più di trent’anni. Un giorno passò uno sconosciuto. “Hai qualche spicciolo?” mormorò il mendicante, tendendo meccanicamente il vecchio berretto da baseball. “Non ho niente da darti”, disse lo sconosciuto, che poi domandò: “Su che cosa stai seduto?”. “E’ solo un vecchio scatolone. Ci sto seduto sopra da sempre”, rispose il mendicante. “Ci hai mai guardato dentro?” chiese lo sconosciuto. “No”, disse il mendicante, “a che scopo? Non c’è niente dentro”. “Dacci un’occhiata”, insistette lo sconosciuto. Il mendicante riuscì ad aprire lo scatolone. Con meraviglia, incredulità ed euforia vide che lo scatolone era colmo d’oro. Io sono quello sconosciuto che non ha niente da dare e che dice di guardare dentro. Non dentro un qualsiasi scatolone, come nella parabola, ma in qualcosa di ancor più vicino: dentro di voi".
Per approfondire
Donatella Coda Zabetta. Il coraggio di ascoltarsi. 2014; Mediterranee Edizioni.
Dott.ssa Maria Michela Ciciola
Laureata in Psicologia Clinica e della Salute
Email maria01111991@gmail.com