Oggi è risaputo che la demenza colpisce individui che appartengono alla terza età, manifestandosi con una certa progessione e secondo modalità non proprio evidenti (almeno nella prima fase definita lieve) di decadimento delle funzioni cognitive riguardanti le aree della memoria, del linguaggio, dell'orientamento nel tempo e nello spazio o nel riconoscimento di aspetti della propria persona o vita.
Oltre ai sintomi cognitivi, la demenza comporta anche alterazioni del comportamento e della personalità. Infatti la persona affetta da tale disturbo può presentare segni conclamati di ansia, depressione, allucinazioni, ideazione delirante, modificazioni del comportamento sessuale.

Un aspetto particolare del modo di comportarsi dei pazienti con demenza è l'attività motoria aberrante, la quale include due modalità:
- il vagabondaggio o wandering: avviene prettamente nelle ore della notte e si presenta sotto forma di movimento incessante che la persona con demenza mette in atto senza tuttavia uno scopo, o una meta, definito;
- l'affaccendamento afinalistico, ossia tutta una serie di attività che consistono nella messa in atto di comportamenti o gesti ripetitivi che però non hanno una finalità evidente.
Per evitare che la persona disperda tante energie per qualcosa che non ha un fine e che quindi va soltanto ad affaticare il proprio stato di salute dell'individuo, mettendo anche a rischio la propria vita nei casi più estremi, è utile conoscere alcune delle strategie di gestione di tali episodi affinchè si possa avere sotto controllo la salute del soggetto in questione.
- Nel caso del vagabondaggio, è utile assicurarsi che la persona indossi calzature comode e adatte a camminare in ambienti esterni ma soprattutto è fondamentale cercare di gestire questo suo movimento irrefrenabile, arginandolo all'interno di uno spazio più sicuro e limitato dove è più facile controllare la situazione.
- Nel caso dell'affaccendamento afinalistico, è utile assicurarsi che la persona sia al sicuro dall'utilizzo di oggetti che possano lederlo, dunque è importante fornirgli oggetti sicuri e lasciarlo proseguire nell'attività in atto.
In conclusione, in entrambi i casi è necessario cercare di assecondare l'attività motoria del paziente con tale demenza senza contrastarla o ostacolarla; l'unica accuratezza che bisogna avere è quella di creare le giuste condizioni (in termini di sicurezza e protezione) di movimento per il soggetto.
Approfondimenti:"Suggerimenti per l'assistenza al paziente affetto da demenza" a cura di Zuliani, Magon, Cavalieri.
A cura della Dott.ssa Rosita Falce,
laureata in Psicologia clinica e della salute
e-mail: rositafalce@gmail.com