
La carica positiva per l’apertura del Centro diurno pescarese sembra destinata a non esaurirsi, come accade fisiologicamente ai fenomeni emotivi. Al contrario, essa vede alimentarsi nella sua spinta propulsiva dalle buone notizie che giungono proprio in questi giorni dall’Unione Europea. Il Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, sul proprio sito, ci informa che “la Commissione Europea ha dato il via libera alle norme fiscali in favore del Terzo Settore”, norme che verteranno proprio su uno degli aspetti più significativi all’interno dell’intero quadro della riforma avviata in Italia nell’ormai non più prossimo 2017, col Decreto Legislativo n.112 che introdusse nel nostro ordinamento il Codice del Terzo Settore. Quest’ultimo aveva appunto rinviato l’entrata in vigore della disciplina fiscale agevolata al periodo d’imposta successivo all’ottenimento dell’autorizzazione della Commissione Europea. Finalmente, questa autorizzazione è arrivata sottoforma di parere.
È opportuno specificare che un Parere è uno dei cinque atti giuridici tipici dell’Ue il quale, tuttavia, assieme alle Raccomandazioni, non si considera vincolante, a differenza dei Regolamenti, delle Direttive e delle Decisioni. Ciò non deve però allarmare, visto che l’effettiva esecutività del suo disposto è già garantita dal decreto legislativo menzionato, il quale necessitava solo di un “via libera” a livello comunitario, anzi, espressamente a questo ne demandava la disciplina proprio per quanto concerne la fiscalità; dunque, la scelta del tipo di atto è stata dettata probabilmente da esigenze di maggior celerità.
La grande novità riguarderà l’assoggettamento a un regime fiscale ad hoc, a partire dal primo gennaio 2026, poiché la norma comunitaria ha definitivamente estromesso le agevolazioni agli Enti del Terzo Settore dal novero degli aiuti di stato. Ciò comporterà degli sgravi decisivi in particolare per le imprese sociali, le quali beneficeranno, tra le altre cose, della detassazione di utili e avanzi di gestione conseguiti nelle attività di interesse generale.
Non solo: la Commissione nel suo Parere ci informa della propria intenzione di dare vita a nuovi strumenti di finanza sociale, come titoli di solidarietà, o anche l’investimento diretto nel capitale sociale e/o nel patrimonio degli ETS, a beneficio proprio di quegli investitori che desiderino apportare il proprio sostegno e che credono non soltanto nella bontà di tale settore, ma altresì nella sua funzionalità in termini di rendimento finanziario; questi verranno garantiti del medesimo trattamento fiscale riservato ai titoli di Stato, con l’applicazione dell’aliquota del 12,5%. La comfort letter inviata da Bruxelles chiarisce che quest’ultima miglioria necessita soltanto di ulteriori approfondimenti.
Tutto ciò testimonia l’importanza e la centralità del Terzo Settore negli ambiti di sua competenza. Per noi, che nel nostro piccolo ci onoriamo di dare il nostro piccolo contributo a questo sistema, è una grandissima gratificazione, una rivendicazione orgogliosa della nostra capacità quasi esclusiva di far fronte alle esigenze di natura sociale di cui Stato e Mercato non riescono o non desiderano sobbarcarsi. È una piccola vittoria del fondamentale principio di sussidiarietà. Una vittoria anche e soprattutto nostra.
Articolo a cura di Gianluca Marrone,
laureando in Giurisprudenza
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