
Dovunque mi fossi trovata, sul ponte di una nave o in un caffè di Parigi o a Bangkok, sarei stata sotto la stessa campana di vetro, a respirare la mia aria mefitica.(Sylvia Plath)
La depressione e la demenza costituiscono le sindromi psichiatriche e neurologiche più frequenti nella popolazione anziana. I due disturbi spesso coesistono. Nel momento in cui sia già stata diagnosticata con certezza una demenza, la valutazione clinica per stabilire se il paziente con il quale ci stiamo confrontando presenti una comorbidità con la Depressione Maggiore è di particolare interesse e difficoltà. Molti sintomi della depressione coincidono con quelli dei disturbi neurocognitivi. In funzione alla frequente sovrapposizione dei quadri ed alla altrettanto frequente comorbilità sono state formulate ipotesi sulle possibili relazioni tra le due sindromi:
La demenza e la depressione hanno fattori di rischio comuni: per sostenere questa ipotesi è necessario il riscontro di entrambi i disturbi in un individuo, seppure in momenti diversi della vita.
La depressione come reazione precoce al declino cognitivo: secondo questa ipotesi, la depressione insorgerebbe durante le prime fasi del declino cognitivo, quando il paziente è consapevole del deficit che si sta sviluppando. Pertanto, la depressione sarebbe seguente al deterioramento cognitivo ma precederebbe la diagnosi di demenza. Secondo diversi studi (Rivista Psichiatria, "L’origine della depressione nella malattia di Alzheimer: una revisione della letteratura") la depressione può essere una patologia che influisce in modo indipendente o come amplificatore dei sintomi dell’Alzheimer. L’impotenza dinnanzi alla malattia potrebbe far sprofondare il paziente in una spirale depressiva.
La demenza come maschera depressiva: Alcuni pazienti anziani depressi sviluppano una sindrome di demenza reversibile che migliora o si attenua del tutto dopo la remissione della depressione. Questa sindrome è stata definita pseudo-demenza e si manifesta principalmente nei pazienti con depressione ad insorgenza tardiva. Il termine pseudo-demenza è stato storica mente utilizzato per descrivere la compromissione della memoria e di altri domini cognitivi simile alla demenza, ma causata da disturbi psichiatrici.
La depressione, un sintomo della malattia di Alzheimer: Il 50% delle persone con malattia di Alzheimer soffre di depressione prima o poi e questa può portare ad un peggioramento della situazione. Un paziente depresso può perdere la voglia di allenare la memoria, può anche scoraggiarsi e non assumere più i farmaci che rallentano la progressione della malattia.
Questo sintomo della malattia di Alzheimer può essere spiegato in diversi modi:
- danni a una parte del cervello che regola gli stati d'animo;
- consapevolezza della propria perdita di autonomia;
- conoscenza della malattia e quindi paura del futuro.
Accettare la diagnosi di malattia di Alzheimer non è facile, si tratta di affrontare pensieri dolorosi. Inoltre, il morbo di Alzheimer è una malattia temuta da molte persone, per il declino cognitivo che la caratterizza. Alzheimer e depressione hanno spesso un esordio con sintomi simili che riguardano la mancata memoria, la diffusa apatia, l'isolamento e la difficoltà a prendere decisioni.
Negli ultimi decenni, alcuni dei meccanismi fisiopatologici e molecolari che contribuiscono a queste malattie sono stati chiariti e questi risultati indicano che, nonostante presentino caratteristiche distinte, ci sono diverse somiglianze tra le alterazioni neurobiologiche che portano alla Depressione (MDD) e la neurodegenerazione in malattia di Alzheimer (AD) e Parkinson (PD). Ad esempio, si ritiene che i disturbi della trasmissione monoaminergica e dell'asse ipotalamo-ipofisi-surrene, l'aumento degli eventi ossidativi e neuroinfiammatori e la compromissione del supporto trofico contribuiscano all'atrofia neuronale e alla morte in tutte queste malattie. Inoltre, i risultati del neuroimaging hanno contribuito a chiarire i cambiamenti strutturali e funzionali implicati nella relazione tra depressione e neurodegenerazione, stabilendo così una firma neuroanatomica per spiegare, almeno in parte, la comorbilità tra MDD e AD, PD. Un approccio multidisciplinare è essenziale nel trattamento della depressione in pazienti con malattie neurologiche. L'assistenza integrata che considera gli aspetti neurologici, psichiatrici e psicologici (cognitivi, sociali e familiari) di ciascun paziente è la chiave per il successo della gestione della depressione nelle malattie neurologiche. Dal punto di vista terapeutico, sono necessarie strategie integrative che combinino strategie farmacologiche con interventi non farmacologici personalizzati, come il supporto educativo, mentale e fisico, quando i sintomi neurologici hanno anche un impatto importante sulla funzionalità quotidiana e sulla qualità della vita.
Fonti bibliografiche:
Società Italiana di Gerontologia e Geriatria PACINI editore: “Depression and cognitive impairment in the elderly” C. GALA, A. PEIRONE, S. BELLODI, L. PASQUALE, C. REDAELLI.
“Depression in neurodegenerative diseases: Common mechanisms and current treatment options” 2019.
Articolo a cura della Dott.ssa Michela Blefari
Laureata in Psicologia Clinica e della Salute
Comments